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Cos’è un ascesso anale?

Un ascesso anale è una cavità infetta e ripiena di pus nella zona perianale, anale o rettale.

Cos’è una fistola anale e come si sviluppa?

Una fistola anale è solitamente conseguenza di un precedente o attuale ascesso anale, si manifesta nel 25% dei pazienti che presentano ascessi. Solitamente, l’ascesso anale si sviluppa per l’ostruzione di piccole ghiandole che così si infettano. La fistola anale è invece un tunnel che si connette l’area infetta delle ghiandole all’ascesso sino a creare un collegamento che dal canale anale arriva a sboccare sulla cute della regione perianale. Una fistola anale può presentarsi anche in altri casi, come in presenza del morbo di Crohn, dopo radioterapia, traumi e tumori maligni. Le fistole si classificano sulla base dei rapporti con le strutture muscolari e sfinteriali ano-rettali; si suddividono pertanto in fistole Intersfinteriche (le più comuni nel 70% dei casi), fistole Transfinteriche (circa il 25%), fistola Sovrasfinterica (5% dei casi), fistola extrasfinterica (1%), fistole a ferro di cavallo (meno 1%).

Fistola anale

Quali sono i sintomi specifici di un ascesso o di una fistola anale?

Un paziente che presenta un ascesso presenta dolore, arrossamento o gonfiore nella zona intorno al canale anale. Spossatezza, malessere generale, accompagnati da febbre o brividi sono comuni. Sintomi simili possono presentarsi anche in presenza di una fistola, con l’aggiunta di una possibile irritazione della pelle nella zona perianale o fuoriuscita di pus da un’apertura esterna.

C’è qualche test specifico per determinare la presenza di un ascesso o una fistola?

No. Normalmente vengono diagnosticati e trattati durante i normali test clinici. Occasionalmente, test più specifici come ecografia endoanale, TAC o risonanza magnetica possono aiutare a diagnosticare ascessi più profondi o il decorso di una fistola per facilitarne il trattamento.

Come viene trattato un ascesso anale?

Normalmente, viene drenato. Viene praticata un’incisione sulla cute in prossimità dell’ano per drenare l’infezione in anestesia locale o totale. All’incisione può essere associato il posizionamento di un setone drenante. In caso di infezioni maggiori, alcuni pazienti potrebbero richiedere il ricovero ospedaliero.

Come viene trattata una fistola anale?

In quasi tutti i casi, per curare una fistola anale è necessaria la chirurgia. Nella maggioranza dei casi, non ci sono grandi complicazioni. Tuttavia, complicazioni potrebbero causare un’operazione multipla. Inoltre la percentuale di recidive è estremamente elevata (sino al 30% dei casi). E’ consigliata una visita presso un chirurgo colon-rettale proctologo per determinare il giusto tipo di operazione per curare la fistola. L’operazione per trattare la fistola può essere effettuata nello stesso momento in cui viene drenato l’ascesso, anche se in molti casi la fistola non appare se non dopo un periodo variabile di settimane ad anni dopo l’iniziale trattamento dell’ascesso. Se il trattamento è diretto e la fistola non coinvolge o coinvolge in maniera minima gli sfinteri, può essere effettuata una fistulotomia o una fistulectomia che consistono nell’apertura o nell’asportazione della fistola con successiva guarigione per seconda intenzione. Di solito, per rendere efficace l’operazione, si divide una piccola porzione dello sfintere senza che questo normalmente abbia effetti sulla continenza. Questi interventi danno ottimi risultati nelle cosiddette fistole semplici (sottomucose)

Tecniche “sphincter saving”

VAAFT Roma Fistola anale Chirurgia Mininvasiva Roma Miglior Proctologo a Roma

Fistola anale

Debbono essere utilizzate quando il decorso delle fistole assume rapporti complessi con gli sfinteri (fistole intersfinteriche, transfinteriche, extrasfinteriche). Hanno lo scopo di prevenire lesioni sfinteriali che potrebbero nel tempo essere causa di problemi di continenza.
La LIFT consiste nella legatura e sezione del tratto intersfinterico del tragitto fistoloso. E’ indicata nel trattamento delle fistole intersfinteriche. E’ segnalata una percentuale di guarigione di oltre 70%.
La VAAFT (trattamento video assistito) consente, attraverso l’esplorazione endoscopica mediante fistuloscopia del tragitto fistoloso, una accurata diagnosi del tipo di fistola complessa che ci si trova a trattare e il reperimento in oltre il 95% dei casi dell’orifizio fistoloso interno la cui imperfetta chiusura è la causa principale delle recidive, e ne permette poi il trattamento successivo trattamento mediante elettrocauterio. E’ il trattamento di scelta per le fistole sopra- ed extrasfinteriche e per tutte le fistole complesse e recidive in virtù dell’elevata accuratezza diagnostica. Ha un tasso di guarigione dell’80%.
Nel trattamento delle fistole transfinteriche buoni risultati si ottengono con la chiusura del tramite fistoloso mediante Plug o pasta di derma porcino (Permacol). Questi materiali agiscono da stimolo alla neoformazione dei tessuti. Si tratta di tecniche minimamente invasive i cui risultati in termini di tasso di guarigione sono in corso di valutazione, attestandosi, al momento, intorno al 80%.



Plug
VAAFT 1
VAAFT 2

Cosa succede dopo l’operazione?

Il dolore causato dall’operazione è controllato da antidolorifici, fibre, e lassativi. Il medico curante potrà dare una stima del tempo di recupero dopo l’operazione.

È possibile che l’ascesso o la fistola si ripresentino?

Il problema principale nel trattamento degli ascessi e delle fistole anali è quello di ottenere la minore incidenza di recidiva di malattia con il minor numero di complicanze, in particolare quello di cercare di portare l’incidenza di incontinenza anale il più vicino possibile allo 0%. Dunque la risposta è si, ascessi e fistole si possono ripresentare. Le tecniche attualmente a nostra disposizione, però, consentono di trattare queste patologie riducendo al minimo le possibilità di incontinenza fecale.

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