Che cosa sono i calcoli biliari

I calcoli biliari si sviluppano per la sedimentazione della bile. Per effetto di questa cristallizzazione si possono formare sassolini piccoli come granellini di sabbia o grandi come palline da golf. Il loro numero varia da molte decine contemporaneamente a un singolo calcolo anche di grandi dimensioni. La concentrazione e lo sviluppo dei calcoli può causare un ostacolo al passaggio della bile e infiammazione della colecisti, dotti biliari e fegato, con sintomi dolorosi e conseguenze nel tempo anche gravi.

Quali sono le cause dei calcoli biliari?

Il motivo per cui si formano i calcoli biliari non è ancora del tutto noto. Generalmente si ritiene che la causa sia l'eccesso di colesterolo che la bile non è in grado di sciogliere. Questo comporta la formazione di cristalli che si solidificano fino a formare i sassolini. I calcoli di colesterolo hanno un colore giallognolo. In altri casi i calcoli sono pigmentati. Si formano per effetto della sedimentazione della bilirubina, un liquido di scarto rilasciato dal fegato. I calcoli assumono il tipico colore scuro. Anche in questo caso il meccanismo che causa i calcoli non è del tutto chiaro. Sono noti, invece, i fattori che possono incrementare il rischio di calcoli biliari:

  • sesso femminile
  • una dieta con troppi grassi e povera di fibre
  • sovrappeso e obesità o, al contrario, dimagrimento troppo rapido
  • gravidanza
  • diabete
  • familiarità
  • farmaci: anti-colesterolo o terapie ormonali a base di estrogeni

Sintomatologia

I sintomi provocati dai calcoli biliari si verificano quando ostruiscono i dotti biliari, aumentando la pressione nella cistifellea, e causando una infiammazione della colecisti. Possono verificarsi improvvisamente e includono:

  • dolore improvviso e acuto nella parte destra dell'addome, sotto forma di fitte che durano poche decine di minuti fino ad alcune ore
  • nausea e vomito
  • febbre o brividi
  • dolore alla schiena
  • attacchi di diarrea, con feci morbide e chiare
  • pelle e occhi giallastri (ittero e subittero)

Prevenzione

Per prevenire la formazione dei calcoli biliari bisogna porre attenzione ad alcune raccomandazioni:

  • non aumentare di peso e seguire un'alimentazione povera di grassi e ricca di fibre
  • fare attività fisica
  • non perdere peso troppo rapidamente: un dimagrimento rapido innalza il rischio di calcoli biliari
  • non digiunare e non saltare i pasti

Diagnosi

Gli esami per diagnosticare la presenza di calcoli biliari includono:

  • l'ecografia addominale c
  • la Colangio Risonanza Magnetica per lo studio approfondito delle vie biliari e del pancreas

Talvolta i calcoli possono migrare e raggiungere le vie biliari dando luogo ad una sindrome chiamata colangite caratterizzata da ittero (colorazione gialla del corpo), febbre elevata. Oppure possono migrare e raggiungere la papilla del Wirsung dando luogo ad una pancreatite biliare.
In questi casi è necessario integrare lo studio con una colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE) per valutare l’eventuale presenza di calcolosi del coledoco associata, ed è inoltre possibile procedere anche alla rimozione dei calcoli durante lo stesso esame diagnostico.

Terapia

  • Trattamento farmacologico:
    ha come obiettivo quello di sciogliere i calcoli attraverso l’uso di sali biliari. E’ una terapia molto lunga, con risultati il più delle volte parziali o insoddisfacenti.
    La calcolosi della colecisti va trattata chirurgicamente quando sintomatica o in presenza di microcalcoli (microlitiasi) poiché possono essere soggetti a migrazione e determinare complicanze come colangite e pacreatite.
  • Colecistectomia:
    si tratta di uno degli interventi più comuni nella popolazione adulta. Viene eseguito per via laparoscopica con tecnica mininvasiva: la colecisti viene asportata accedendo alla cavità addominale attraverso quattro piccole incisioni in cui vengono introdotti una telecamera e gli strumenti necessari all’intervento. La possibilità di convertire l'intervento da laparoscopico a laparotomico (tecnica chirurgica tradizionale)‚ intorno al 2-10% e non rappresenta un insuccesso della tecnica, ma deve riflettere il risultato della valutazione chirurgica intraoperatoria. La colecistectomia laparoscopica può risultare più problematica in corso di colecistite acuta o in presenza di aderenze per interventi pregressi sull'addome superiore. Il paziente può iniziare a bere a distanza di 8 ore dall’intervento e il giorno dopo può assumere una dieta normale. La dimissione nei casi non complicati avviene in prima o seconda giornata postoperatoria e a distanza di 7 giorni si può tornare alla normale vita di relazione.
    La tecnica laparoscopica ha ormai assunto un ruolo preponderante nel trattamento della litiasi colecistica‚ da considerarsi oggi l'intervento di prima scelta nella litiasi sintomatica non complicata.

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